L'approccio - Prison SMART

La soluzione – Il progetto della fondazione Art of Living  “Prison SMART”

Questo programma ideato da Gurudev Sri Sri Ravi Shankar è unico e specifico per arrivare al recupero di tutte quelle persone coinvolte nel crimine, siano essi autori o vittime, trasgressori o tutori della legge. Il progetto “Prison SMART” della fondazione Art of Living è stato creato per evitare la perdita di preziose risorse umane che spesso accompagna i cicli di prigionia e di liberazione, e le cui conseguenze si ripercuotono su tutti i settori della società. L’intenzione è di correggere, trasformare e incanalare queste preziose risorse umane in un’elevazione dell’individuo e in egual misura della società. Questo programma è fondato sulla convinzione che individui positivi con una visione interiore progredita, formino la base della società.

Il progetto “Prison Smart” della fondazione Art of Living fornisce le strutture per raggiungere l’obiettivo comune dell’innalzamento dei valori umani sia all’interno della comunità criminale che di  quella dei tutori della legge. Il programma è un prezioso strumento per tutti coloro che lavorano per spezzare il circolo vizioso delle violenze e degli abusi nella società, sia attraverso la tutela della legge, che attraverso la riabilitazione sociale, la risoluzione dei conflitti e lo sviluppo umano. Noi lavoriamo all’unisono con le sezioni di libertà vigilata, con le famiglie e i tribunali minorili, gli amministratori, gli ufficiali delle istituzioni penali e i reparti dei tutori della legge, per implementare le molte attività del progetto Prison SMART.

Formiamo coalizioni strategiche con le agenzie di servizi sociali e le organizzazioni che si prendono cura di seguire le persone coinvolte nelle conseguenze del crimine e delle violenze,  per esempio attraverso la rieducazione degli ex-trasgressori, l’assistenza contro la violenza domestica, la realizzazione di centri di sostegno alle vittime di stupro, i programmi sull’abuso di sostanze stupefacenti, il sostegno alle organizzazioni di familiari delle vittime di omicidi, offrendo così gli strumenti per alleviare le conseguenze dell’esperienza del trauma.

Studi condotti nel campo della giustizia criminale hanno mostrato che programmi simili aiutano a ridurre e prevenire la recidiva nelle tendenze criminali.

La minaccia

In condizioni di isolamento, le tendenze violente ed le emozioni negative vengono intensificate, causando un’inimmaginabile danno alla psiche dei detenuti. Ciò rappresenta un rischio sia per loro stessi che per coloro che gli sono vicini. La peggior conseguenza quindi è rappresentata dalla degenerazione mentale e dal loro stato emotivo, che li rende ancora più pericolosi, una volta liberati.

Il risultato?

 Una più alta possibilità che ritornino a delinquere, ritrovandosi presto dietro le sbarre. La ”punizione” fine a se stessa è inutile, se non trasforma la mentalità e l’attitudine dei criminali. Una prigione può così diventare un pericoloso terreno fertile per i criminali, alimentando notevolmente l’attività che si cerca di impedire.

 I prigionieri hanno poco controllo sulle loro condizioni di vita o sul loro futuro. Anni di reclusione hanno come risultato un’immensa perdita del loro patrimonio personale, un crescente senso di rabbia, di ansietà e di disperazione.  Anche le famiglie degli stessi detenuti si sentono come incarcerate e il carico di responsabilità può paralizzarle. La metà dei bambini maschi figli di detenuti entreranno anch’essi in riformatori. Gli ex-delinquenti ritengono che l’impatto della detenzione non termini neanche al momento del rilascio. Anni  di rabbia continua e di frustrazione li accompagnano al reinserimento in comunità. Molti tornano a commettere crimini entro un anno dopo la scarcerazione.

Le guardie carcerarie agiscono in prima linea in circostanze pericolose e minacciose: giorno dopo giorno la prevaricazione continua le affatica sia per quanto riguarda il corpo, che la mente e  le emozioni stesse.

Il personale penitenziario giornalmente agisce in incredibili e stressanti condizioni di lavoro. Il sovra-affollamento, che esiste in molte istituzioni, si aggiunge alla rabbia e alla frustrazione dei reclusi e ciò dà luogo a frequenti alterchi tra detenuti e alla crescente aggressività del personale.