È difficile concepire Dio come senza-forma ed è difficile concepirlo come avente forma. L’assenza di forma è qualcosa di molto astratto, mentre Dio come avente forma sembra troppo limitato: alcuni preferiscono perciò essere atei.
L’ateismo non è una realtà, è solo una questione di convenienza. Quando hai uno spirito avido di sapere o quando cerchi la verità, l’ateismo non regge. Se hai uno spirito avido di sapere, non puoi negare qualcosa che non puoi confutare. Un ateo nega Dio senza prima confutarne l’esistenza. Devi avere una conoscenza vastissima per poter confutare Dio, e se hai questa conoscenza vastissima non lo puoi confutare.
Devi prima conoscere l’intero universo per dire che qualcosa non esiste. Quindi non puoi mai essere ateo al cento per cento. Un ateo è solo un credente che dorme.
Una persona che dice: “Io non credo a nulla”, deve sicuramente credere in se stessa, cioè crede in un sé che neppure conosce.
Un ateo non può mai essere sincero perché la sincerità necessita di profondità e un ateo rifiuta di scendere profondamente dentro di sé. Scendendo più in profondità trova un vuoto, un ventaglio di possibilità, e deve accettare che ci siano tanti segreti che non conosce. Al quel punto dovrebbe riconoscere la propria ignoranza, cosa che rifiuta di fare, perché, appena è sincero, comincia a dubitare del proprio ateismo. Un ateo senza dubbio alcuno è quasi impossibile. Un ateo non può mai essere sincero e privo di dubbi.
Quando un ateo si rende conto della propria ignoranza, cosa fa? Dove va? Va da un guru? Cosa gli fa un guru?
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