Vedere Dio in ogni forma

Un ateo non crede né ai valori né all’astratto. Cosa succede quando un ateo va da un guru? Comincia a fare l’esperienza della propria forma, e scopre di essere veramente privo di forma, cavo e vuoto, e questa non-forma astratta diventa via via sempre più concreta.

Un guru rende più reale ciò che è astratto, e ciò che pensavi essere solido diventa più irreale. Sbocciano la sensibilità e la perspicacia. La percezione dell’amore, non come emozione ma come substrato dell’esistenza, diventa evidente. Nella creazione lo spirito senza forma risplende attraverso ogni forma e il mistero della vita si infittisce, mandando in frantumi l’ateismo. E a quel punto inizia il viaggio: è un viaggio in quattro tappe.

La prima tappa è saarupya, vedere ciò che è senza forma nella forma, vedere Dio in ogni forma. Spesso siamo più a nostro agio vedendo Dio come senza-forma piuttosto che con una forma, perché con una forma sentiamo distanza, dualità, timore del rifiuto e altre limitazioni. Tutte le interazioni nella vita hanno una forma, eccezion fatta per il sonno profondo e il samadhi. Se non vedi Dio come avente forma, il tempo che trascorri da sveglio rimane privo del Divino.

Tutti coloro che accettano Dio come senza-forma usano dei simboli e forse amano i simboli più di Dio stesso. Se Dio si rivelasse a un cristiano e gli dicesse di lasciar perdere la croce, o se dicesse a un musulmano di lasciar perdere la mezzaluna, potrebbero non farlo. All’inizio, è possibile amare ciò che non ha forma solamente attraverso delle forme.

La seconda tappa è saamipya, la vicinanza, sentirsi vicinissimo alla forma che hai scelto e protendersi verso il senza-forma. Questo porta a un senso di intimità con tutta la creazione. In questa tappa vinciamo la paura del rifiuto e altre paure, ma è uno stadio che rimane limitato dal tempo e dallo spazio.

La terza tappa è saanidhya, sentire la presenza del Divino grazie alla quale trascendi le limitazioni di tempo e spazio.

L’ultima tappa è saayujya, quando sei saldamente radicato nel Divino. È allora che comprendi di essere tutt’uno col Divino. C’è una fusione totale con l’Amato e ogni dualità scompare.

Questo è quello e quello è questo

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